Osservazioni al gestore dei servizi energetici |
25 gennaio 2013Gli incentivi del Conto Termico non sono né sostenibili né declinati sulle reali esigenze del mercato italiano
Con la pubblicazione del decreto 28 dicembre 2012 è stato avviato il regime di sostegno introdotto dal decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, il c.d. “Conto Termico”, per l’incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni.
Con riferimento alle Regole Applicative da emanarsi nel rispetto dei termini previsti all’articolo 8, comma 2 del decreto, il GSE ha manifestato l’interesse ad acquisire suggerimenti e osservazioni tecniche utili ai fini della predisposizione dei contenuti delle Regole stesse. La richiesta è stata rivolta in particolare alle Associazioni di Categoria che rappresentano i soggetti beneficiari degli incentivi previsti dal “Conto Termico” (produttori di materiali, componenti, apparecchi e sistemi del settore dell’industria e dell’edilizia per l’efficienza energetica, Amministratori di condominio, Rappresentanze istituzionali della PA e dei Consumatori).
In questo quadro, Uncsaal, l’associazione confindustriale che rappresenta la filiera industriale italiana dell’involucro edilizio (serramenti metallici e facciate continue), un comparto che fattura 2,5 miliardi di euro in Italia e circa 1 miliardo di euro sui mercati internazionali, con un totale di circa 25.000 addetti occupati, denuncia le condizioni penalizzanti per serramenti e sistemi oscuranti, condizioni che rischiano di condizionare il mercato italiano con normative di stampo nord-europeo poco indicate per le zone termiche del nostro paese.
Queste sono le Osservazioni che Uncsaal veicolerà al GSE:
Uncsaal, oltre a inviare queste osservazioni al Gestore dei Servizi Energetici e ad augurarsi una sostanziale revisione dei punti segnalati, attuerà una grande comunicazione al mercato riguardo alla distorsione introdotta da una normativa che introduce limiti prestazionali inutili e non consoni alle zone climatiche italiane, favorendo di fatto le filiere industriali di paesi concorrenti.
|