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Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell'Involucro e dei serramenti

Venerdì, 29 Marzo 2024
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Nota stampa Uncsaal PDF Stampa E-mail
11 novembre 2010

55%: non rinnovarlo è una scelta incomprensibile.

Nei prossimi giorni sul sito nuova petizione da inviare alle istituzioni

 

 

 

 

 

 

 

 

Non rinnovare le misure relative agli sgravi fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici è una scelta incomprensibile che avrà ricadute devastanti sul tessuto industriale della Piccola e Media impresa italiana (1 Miliardo di Euro di fatturato in meno previsto per il 2011 solo per il sistema serramenti), sull’occupazione non tutelata dagli ammortizzatori sociali (8000 i posti di lavoro che il comparto serramenti stima di perdere l’anno prossimo), sul bilancio energetico e ambientale del nostro Paese e sulle casse dello Stato.
Quest’ultimo oltre a perdere il gettito fiscale a causa della pesante contrazione di fatturato prevista, vedrà invertirsi il processo di emersione dell’economia che il 55% aveva indubbiamente generato e si vedrà inoltre costretto a pagare le pesanti penali comunitarie per il mancato raggiungimento dei concordati obiettivi di riduzione della Co2.


Va aggiunto che la tesi secondo la quale le imprese potranno rifarsi con l’innovation vaucher equivale a dire ai parenti di una persona in rianimazione che si è pensato di sospendere l’utilizzo dei macchinari ma in compenso si sta effettuando un significativo investimento in aspirine.
Senza lo stimolo del 55% infatti è già stata stimata una diminuzione degli investimenti in innovazione (che in questi anni grazie al provvedimento era aumentata di circa il 70%) di oltre 300 milioni di euro solo per i serramenti metallici.


Nei prossimi giorni Uncsaal e FederlegnoArredo produrranno una mozione ufficiale che sarà veicolata a tutti i rappresentanti delle istituzioni coinvolte e condivisa attraverso internet con le migliaia di operatori e consumatori che già hanno aderito in massa alle precedenti battaglie per salvare il 55%, con l’auspicio che il Governo sappia e voglia trovare al più presto il modo di modificare questa decisione.
 

 
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